Il Supramonte di Urzulei e la gola di Gorropu
Un'escursione tra scogliere e fondali marini di 100 milioni di anni fa
Un paesaggio, qualunque esso sia, è il frutto di tre fattori fondamentali: la geologia, intendendo con ció le rocce presenti in quel territorio e la loro disposizione nello spazio; il clima, e cioè precipitazioni e temperatura, da cui dipendono tipi e distribuzione delle specie vegetali e animali; ed infine l'uomo, capace di modificare a suo piacimento l'ambiente in cui vive. La Sardegna, soprattutto per la diversitá degli aspetti geologici, fornisce un'ampia varietá di paesaggi; un esempio fra tutti, il Supramonte di Urzulei.
Il Supramonte di Urzulei costituisce insieme ai supramonti di Orgosolo, Oliena, Dorgali, Baunei, un vasto altopiano carbonatico, cioè costituito in prevalenza da calcari e dolomie, che risalgono all'era Mesozoica. Per comprendere la sua attuale conformazione bisogna ripercorrere brevemente le tappe che si sono succedute almeno durante gli ultimi 170 milioni di anni.
Su un basamento sub-pianeggiante formatosi nel periodo Permiano per erosione di una grande catena montuosa di cui la Sardegna costituiva un frammento (catena ercinica), probabilmente simile all'attuale catena alpino-himalayana, si sono accumulati sporadici depositi fluviali e lacustri rappresentati da originari ciottoli, sabbie e argille, dove si rinvengono resti fossili di piante, felci e parti di alberi simili ai cipressi attuali, che testimoniano il clima temperato-caldo che persisteva nel Giurese medio (150 M.a.).
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Quando il mare ritorna, nel Cretaceo inferiore, riprende la sedimentazione di alternanze di calcari, prodotti dall'accumulo di resti di scogliere coralline e di marne. La definitiva emersione del Supramonte si ha alla fine del Cretaceo (65 M.a.) a causa di importanti movimenti tettonici legati ai contraccolpi dell'orogenesi alpina che stava iniziando a formare le Alpi. Questi movimenti hanno ripiegato e frammentato il potente pacco di sedimenti prima depositatosi, conferendo al paesaggio motivi ancor oggi perfettamente riconoscibili, come i rilievi allungati di Munnoro e di Serra Azzaudeli, che sono impostati sul dorso di grosse pieghe anticlinali, o anche i canyons del Riu Flumineddu e della Codula Orbis che ricalcano le principali linee di faglia.
Ma è soprattutto grazie alle differenti fasi climatiche che si sono alternate nell'era Terziaria e Quaternaria, e all'azione dell'uomo, che il Supramonte ha assunto l'inconfondibile aspetto "lunare" che lo rende oggi cosí suggestivo. Durante i periodi caldo-umidi, l'azione solvente dell'acqua ha avuto infatti modo di esplicarsi attraverso i processi di tipo carsico che hanno formato pianori carsici e doline di varie dimensioni (in localitá Planu Campu Oddeu, Campu de su Disterru, Cuile Sedda Arbaccas), grotte e inghiottitoi come quelli dell'Edera, di su Mamucone, e di Orbisi, oltre a numerose forme carsiche minori come i campi solcati.
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Proprio la gola di Gorropu è senz' altro la forma piú appariscente di questa parte del Supramonte. Questa incisione prodotta dall'erosione del Riu Flumineddu costituisce la parte piú depressa dell'intero Supramonte sardo. Le sue pareti ripidissime alte anche piú di 450 metri racchiudono un alveo movimentato da balze separate da piccole "piscine" nelle quali l'acqua permane anche nella stagione secca.
Tutti questi elementi naturali combinati con le modificazioni indotte dalle attivitá umane fanno assumere a questo territorio un aspetto aspro e desolato. Il taglio indiscriminato di migliaia di ettari di foresta operato negli ultimi secoli, l'eccessiva pressione pastorale e la pratica degli incendi hanno infatti trasformato ampi spazi, occupati in origine da foreste, in un ambiente di gariga caratterizzato da roccia affiorante a causa dell'erosione del suolo, e rada vegetazione a carattere per lo piú arbustivo.
Fortunatamente alcune zone, le meno sfruttabili perché meno accessibili, hanno risentito poco dell'influenza umana conservando parti di antiche foreste costituite da lecci e in misura minore da ginepri, tassi e relitti di flore scomparse come l'agrifoglio, tipico di climi piú freddi dell'attuale. Sono pure presenti specie animali altrove giá estinte come l'Aquila reale e il Muflone.
tratto da Il Supramonte di Urzulei e la gola di Gorropu, Maria Rita Langiu e Alessandro Forci
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