Mannorri è uno dei villaggi medievali del territorio che si trovava a pochi chilometri da Urzulei, con un'atmosfera avvolta di leggenda: fu distrutto da una strage paurosa e non ne resta nessuna traccia ormai. La causa scatenante della strage, come vuole la leggenda, fu un bacio dato da un giovane pretendente a una ragazza bellissima accompagnata dalla madre e da altre donne e ragazze, mentre usciva, in un giorno di festa, dalla Chiesa Dell'Angelo che sorgeva a monte dell'attuale strada provinciale e della quale rimangono solo tracce delle fondamenta. Gli abitanti di Urzulei ricostruirono qualche anno dopo, la chiesetta intitolata a San Basilio (nella foto), dove una volta sorgeva l'antica chiesa parrocchiale di "San Basilio del paese di Mannorry": in questa chiesa ogni anno si festeggia Nostra Signora del Rosario e San Basilio.
Secondo lo storico Vittorio Angius esso subì una tragica fine: gli abitanti si massacrarono a vicenda per una bellissima fanciulla alla cui mano aspiravano molti pretendenti.
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La strage si consumò intorno all'anno 1776 e nell'ultimo scontro si contarono venti morti. Secondo una tradizione popolare la fanciulla si chiamava Dominiga Cancillotti e il pretendente assassino Giuanni, soprannominato Ndentìu perché era nato con i denti che perdeva ogni tre mesi e che subito nuovamente ricrescevano: "Geo soe Giuanne Ndentìu, ada currere su sambene a erriu". E il sangue scorse davvero a rivoli.
Il territorio di Mannorry che nell'attuale agro di Urzulei aveva i limiti a "Oddogoro", "Oddannara" e "Biddòre", venne in seguito diviso tra i comuni di Urzulei e Talana; altrettanto gli arredi della Chiesa.
Nella nostra Chiesa Parrocchiale di S. Giovanni Battista noi possediamo due simulacri che una volta appartenevano all'antica Parrocchia di Mannorry: S. Basilio e Nostra Signora del Rosario.
Essi vengono portati in processione, su un camion bene addobbato, alla nuova chiesa di Mannorry per la festa che si celebra, come ho scritto sopra, nella domenica intorno al 14 giugno.
Da Breve cronistoria di Urzulei del Sac. Angelo Satta